Carota,
zuccherino o DNA
Allevamento
e selezione: selezionare la predisposizione
Ormai
da diverso tempo, nell’ambiente della cinofilia ufficiale, si
legge che qualcuno si è preso ufficialmente carico “della
tutela e del miglioramento della razza” – sarebbe interessante
che, dopo questa frase fatta e inflazionata, qualcuno spiegasse come
intende procedere per migliorare la razza, qualunque essa sia.
Riteniamo gli allevatori investiti del compito, se non di migliorare,
concetto troppo astratto, di operare una buona selezione e a tal proposito
esprimiamo alcuni concetti di base che possono far comprendere cosa,
ad esempio, si potrebbe fare.
La buona selezione, in allevamento , è fattore determinante,
lo è nei cani destinati a diventare specialisti, una selezione
mirata fa si che il cane svolga un determinato lavoro per attitudine
e non per ammaestramento, e questo sarebbe un obiettivo, se raggiunto,
un grande risultato.
Analizziamo ad esempio la abilità di un cane nel seguire una
traccia, qualsiasi razza ha una così detta “potenza olfattiva”
più che sufficiente per seguire una pista, che sia essa di
un animale da scovare a caccia “accostamento”, una traccia
di un animale ferito “recupero” o seguire, entro limiti
accettabili dipendenti anche da fattori ambientali, la traccia ad
esempio di una persona scomparsa ma anche tanto altro.
Ma per quale motivo un cane segue una traccia meglio di un altro?,
lo fa semplicemente perché quella determinata emanazione, catturata
dalle cellule olfattive, elaborata dal cervello, provoca uno stimolo
che porta il cane a gradire naturalmente di seguire una emanazione,
emettendo, in certi casi, vocalizzi, abbai, o esprimendosi con particolari
movimenti di coda, per questo motivo un cane con una capacità
olfattiva potenzialmente inferiore, per minor quantità di cellule
olfattive, può riuscire meglio, nel seguire una traccia, rispetto
ad un altro soggetto con maggiori cellule olfattive (anche doppie)
ma che non riceve nessuno stimolo emotivo da quella specifica emanazione.
Questo dipende dalla selezione alla quale una razza viene sottoposta,
quando questo risultato si ottiene in allevamento, l’allevatore
ha raggiunto un grande risultato e dimostra di aver capito il meccanismo
che permette di ottenere soggetti veramente selezionati.
E’ anche possibile “ammaestrare” un cane a seguire
una traccia, nello stesso modo come lo si può “ammaestrare”
a stare seduto a comando, lo si fa utilizzando dei premi, quei sistemi
che oggi fanno parte dell’addestramento, definito con “rinforzo
positivo”, una sorta di “ carota o zuccherino” che
gli ammaestratori del circo, usavano e forse ancora usano per “
guidare” i cavalli in atteggiamenti innaturali.
La buona selezione, quella finalizzata alla specializzazione ad esempio
per cani da caccia, consentirebbe di avere soggetti che naturalmente
e con piacere seguono, ad empio la traccia del cinghiale, anche abbaiando
in accostamento ( con grande stupore di chi, ignaro dei misteri
venatori, li vorrebbe muti, come se il cinghiale avesse paura di un
cane che abbaia accostando, non abbaiare seguendole tracce di un selvatico
è tipico di un predatore non di un cane da caccia, l’animale
cacciato ha paura del predatore “muto” non del cane abbaiatore
ma questo è un altro capitolo e riguarda chi, sedicente esperto,
propone/ impone, regolamenti dannosi per la valutazione di una razza,
argomento che ora và però sospeso per riprenderlo in
seguito).
Accostare quindi anche abbaiando sulla traccia del cinghiale e avere
una spiccata predisposizione ad ignorare le altre specie.
Con lo stesso sistema, utilizzando una capace selezione, frutto di
competenza e ragionamento, sarà possibile avere cani anche
facilmente addestrabili all’obbedienza , selezionare qualsiasi
altra attitudine come ad esempio ignorare quasi naturalmente le specie
diverse da quella che si intende cacciare o il collegamento con il
conduttore.
Purtroppo molti libri, articoli, pubblicazioni in genere, vogliono
insegnare come addestrare un cane a questa o a quella specialità,
pochissimi entrano nel merito della selezione, argomento ostico a
molti, selezione che è principalmente compito di chi alleva,
il quale, in ultima analisi, ha proprio il compito di far nascere
dei cani con già scritto nel patrimonio genetico tutto quello
che si desidera avere.
Spesso viene incolpato l’addestratore di scarsi risultati per
avere ottenuto soggetti mediocri pur avendo messo tanto impegno, chi
ha i cani con la “C” maiuscola, solitamente non si è
dovuto inventare chissà quale alchimia per avere un bravo soggetto,
il bravo cane se di buona genealogia ha solo bisogno di “lavorare”
molto, di avere molte occasioni, non si insegna la caccia ad un cane
da caccia, gli si danno semplicemente tante possibilità per
esprimersi.
Marco
Assabesi